domenica 4 febbraio 2018

37 - Il Mercato delle Vacche Secche


Di Carmine (Perugia)

Ore 23.00 si chiude la porta, non c’è fila al deposito contratti. Pochi movimenti, quasi tutti giovani da piazzare in prestito, scambi per far contento tizio e caio, un favore alla derelitta di turno, un giovane primavera che si perderà nei meandri del dilettantismo, ma chissaà…uno su mille ce la fa.

Il mercato degli affari mancati, tanto rumore nelle stanze d’hotel, tra i tavoli dei ristoranti milanesi, per salutarsi con una stretta di mano, o a muso duro, qualche minuto prima del gong, con un nulla di fatto. Insomma, un mese d’aria per un giorno di nulla o quasi, il 31 Gennaio, vero giorno di mercato delle vacche secche.

Il Palermo è andato a Milano con la serenità della prima in classifica, con in tasca pochi soldi, e tanta prudenza dettata dalla incipiente istruttoria prefallimentare, con un “roster” forte dei colpi Moreo e Fiore, e debole per gli addii di Cionek ed Embalo. Le priorità riconosciute da tutti erano limitate a ruoli di rincalzo (mediano mancino) e di cotitolarità (punta centrale da accoppiare o alternare a Nestorosky). L’addio sempre ostacolato e infine concesso a Carlos Embalo apriva anche alla opportunità di reperire una seconda punta veloce, un contropiedista.

In giornata si susseguono gli assalti e le marce indietro. Dopo la vincenda Callegari, opportunamente abbandonato dopo l’intervento del procuratore (meglio perderli che trovarli questi con il procuratore ingombrante), nella giornata di ieri è sfumato Haksabanovic, un prospetto interessante che avrebbe dovuto sostituire Carlos Embalo, ed infine è sfumato l’ultimo assalto, apparso quanto meno tardivo, a Di Carmine (la punta con gol). 

Stefano Moreo (Palermo)

Dalle parole di Zamparini emerge però la circostanza (ipotesi) che l’assalto al trentenne del Perugia sia stato mosso (a cifre invero esorbitanti) sulla spinta di una offerta last minute dello Zenit (o di altre squadre) per Nestorosky (si legge in giro di cifre vicine ai 20 milioni di euro). Quindi, deduco che la società avesse, in realtà, rinunciato, o mai provato, a trovare la seconda punta centrale (con gol) e che l’operazione Di Carmine sarebbe stata riproposta per sostituire Nestorosky. Ma i retroscena di mercato li lascio volentieri al dietro le quinte, al si dice.

Quello che emerge alle 23.01 della giornata di ieri è un Palermo sostanzialmente immutato. Uscito Cionek è arrivato Fiore (centrale o terzino mancino), uscito Monachello è arrivato Moreo (eclettico e giovane attaccante di stazza e dinamicità, ma anemico in zona gol), operazioni che colmano alcune lacune della rosa, ma che non determinano un salto di qualità complessivamente apprezzabile. 

 

Resta invece qualche buco non colmato. Uscito Embalo, il Palermo appare privo di una punta veloce, magari da gettare nella mischia in corso di gara, per fare gioco di rimessa, uno che sappia inserirsi “senza palla”, posto che Coronado (che, peraltro, predilige giocare palla al piede) è ormai destinato stabilmente ad altro ruolo e Balogh resta avvolto nel mistero in cui è avviluppato praticamente da sempre. Ma il problema più evidente a me pare quello di non aver integrato il parco attaccanti con un altro giocatore con curriculum da goleador. 

 

Carlos Embalo (Brescia)

In effetti, i numeri del girone di andata (che a mio avviso ricalcano l’impressione lasciata dal gioco espresso) indicavano, e indicano, il tallone d’Achille del Palermo; una squadra che esprime il suo DNA nella compattezza della manovra, nella capacità di bloccare l’avversario con il palleggio e con sagge coperture preventive, che paga in termini di lentezza nel ribaltare l’azione e produrre conclusioni a rete (salvo eccezioni). 

 A ciò si aggiunga una naturale staticità della coppia d’attacco che tende a sostare nei pressi dell’area di rigore, rallentando ulteriormente la fase conclusiva dell’azione. Una squadra che oggettivamente produce poco in rapporto alle qualità dei singoli e che spesso si è resa pericolosa più con gli inserimenti dei centrocampisti (Rispoli in primis) che con le percussioni dei due attaccanti. 

I numeri dicono di un Nestorovsky che ha complessivamente confermato le attesa (pur non incantando), ma di un Traikovsky che non ha convinto, se non in alcuni frangenti di gara e solo in talune gare. I numeri dicono di un roster d’attacco che, fatta eccezione per il centravanti titolare, ha difficoltà non solo a segnare ma anche semplicemente ad andare al tiro con efficacia (ndr. in rapporto alla ambizioni di vertice, ovviamente). 

Di contro, le altre contendenti per la promozione sono dotate di più di un bomber di categoria, a partire dall’Empoli (Caruso e Donnarumma, cui è stato aggiunto il meno prolifico contropiedista Rodriguez) e il Frosinone (in cui addirittura si alternano elementi “golliferi” del calibro di Ciano, Dionisi, Ciofani e Citro).

Iljia Nestorovski

La sfida post mercato sarà di portare qualche gol in più nel carniere senza perdere l’identità di squadra e la compattezza già raggiunta, che però non basterà a mio avviso per raggiungere l’obiettivo della promozione diretta senza cavare maggiore dinamicità da parte degli attuali attaccanti. L’augurio è che queste punte con l’aiuto di un Coronado più continuo e meno lezioso di quello visto finora, e le proiezioni dei centrocampisti, possano alzare il tasso di pericolosità e aggiungere quei 10/15 gol complessivi che servono per trasformare i tanti pareggi fin qui raggranellati in vittorie. E che Nestorosky non osi ammalarsi!

Clach

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