Confesso quindi che mi trovo a disagio nel leggere i commenti piccati di chi ritiene che si debba vincere comunque, anche negli scontri diretti, anche fuori casa, ovvero in una parola, sempre; la polemica di chi si annoia, di chi non avverte scariche di adrenalina nella tensione dell’equilibrio che può spezzarsi fino all’ultimo. Confesso un senso di solitudine, un disagio intrinseco, atavico e, direi quasi, congenito, nell’approcciare la cultura del successo. Eppure, questa è la velata richiesta che Tedino e Co. non possono rifiutare.
Cari amici pedatori, il Palermo deve vincere, e forse dopo che avrà vinto dovrà convincere, e forse dopo aver convinto, dovrà spiegare perché non lo aveva fatto prima. Dobbiamo essere ambiziosi.
Ed allora, mi chiedo se non sono io troppo poco pretenzioso. Probabilmente è così, sono un tifoso poco ambizioso. Mi accontento di vedere una squadra ai vertici, che per gran parte della gara controlla gli avversari, li neutralizza, e prova a vincere negli ultimi minuti. Mi accontento di vedere un allenatore che, conscio di dover organizzare un centrocampo uniformemente flemmatico, preferisce, per così dire, fare densità al centro e limitarne la vulnerabilità ai contropiede.
Preferisco un allenatore che preferisce attaccare in modo arrembante, che ha espresso nella sua lunga carriera un bel gioco ambizioso, ma capisce che non può farlo e si adegua per portare a casa il punticino, intanto il razionale punticino. Preferisco una squadra che si consolida lentamente, che prova a trovare la propria identità vincente un po’ per volta anzi che azzardare, un Palermo realista e non scelleratamente pindarico. Preferisco un punto anzi che nessuno. Preferisco pensare che domani questi sei maleaccetti punticini potranno essere utili a vincere il campionato.
Sono poco ambizioso lo so. A me, essere ancora in lotta per vincere un campionato di serie B fa sprigionare adrenalina. Saranno gli “anta” che avanzano.
Clach
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